DATE: 13/03/2011
AUTHOR: Diego Marzulli
CASSANO - L’antica rete ferroviaria Bari-Taranto, una delle prime grandi opere nel Sud, voluta da Giuseppe Garibaldi, è abbandonata nelle mani dei vandali. I binari vengono smantellati clandestinamente e trasformati in supporti per gli impianti di irrigazione di oliveti o in recinzioni o forse anche venduti come ferro vecchio. Il fenomeno riguarda alcuni tratti della linea ferroviaria ormai dismessa che ricadono nelle campagne di Grumo Appula, Sannicandro di Bari, Cassano delle Murge, Acquaviva delle Fonti e Adelfia. Questo tratto ferroviario è per diversi metri integro, poi improvvisamente risultano smantellate le rotaie per decine di metri con le traversine e la massicciata di brecciame lasciate al loro posto.
Considerando il peso di un metro lineare di rotaia tipo Vignoles antica (36 chili) ed il costo del ferro da rottamare al chilo di circa quindici centesimi, la deduzione è presto fatta. Da ogni cento metri di ferro trafugato si potrebbero ricavare fino a 550 euro. Insomma un valore considerevole che, lasciato incustodito, sta alimentando un insospettabile mercato nero. Mercato che naturalmente lucra sul valore grezzo del ferro, trascurando il valore storico e simbolico dell’intera opera.
La crescente domanda di trasporto pubblico ha coinvolto sin dall’antichità i governatori italiani ad una infinita necessità di reperimento fondi privati e pubblici per costruire, ammodernare ed ampliare le reti ferroviarie.
Il tratto ferroviario Bari-Taranto fu costruito nel 1865 dalla Società italiana per le strade ferrate meridionali, presieduta dal conte Pietro Bastogi che raccolse, grazie ai fondi di banchieri privati italiani, l’impegno di Garibaldi di costruire le linee ferroviarie per migliorare i collegamenti nel Meridione ex-borbonico. Con la statalizzazione delle ferrovie (1903-1915) nascono le Ferrovie dello Stato che si trasformano prima in azienda autonoma e infine a totale partecipazione statale attraverso il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’ammodernamento della rete ferroviaria aveva interessato anche la linea complementare Bari-Taranto ricostruita una prima volta nei primi anni del ‘900 (sui binari dismessi si legge impresso il 1910 come anno di produzione), poi diventata più di recente a doppio binario e interamente elettrificata con corrente continua per garantire nei migliori dei modi il flusso di traffico dei treni regionali, Intercity ed Eurostar.
Decine di chilometri nel territorio della provincia di Bari (che corrono in alcuni tratti paralleli al nuovo doppio binario) sono così stati dismessi ma mai bonificati, diventando bottino per pochi e quindi saccheggiando le ingenti risorse economiche investite un secolo e mezzo fa. L’attuale società Ferrovie dello Stato Spa annovera, tra le diverse società controllate, la Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. che cura la gestione e la manutenzione delle reti ferroviarie italiane e l’Italferr S.p.A. che cura la progettazione e la costruzione dei nuovi impianti.
Quanto alle linee dismesse le stesse Ferrovie dello Stato segnalano un’iniziativa molto qualificante che riguarda la medesima linea, ma nel versante tarantino ed esattamente a Palagianello dove il Comune ha bonificato la vecchia area ferroviaria dismessa realizzando una pista ciclabile. Sicuramente il recupero dei siti abbandonati che possono essere riqualificati resta la soluzione più rapida e per evitare incresciosi episodi.
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