TESTATA: Il Sole 24 OreDATA: 05/03/2010
AUTORE: Luigi Paini
Andava in treno da Lodi a Savona per incontrare... la bella Gigogin? No, l'innamorato di cui stiamo per parlare sarebbe anche disposto a una bella scarpinata, proprio come il protagonista della celebre canzone. Ma non per andare dalla sua bella: è il treno la sua passione, il treno declinato in tutte le possibili forme.
Innanzi tutto, ovviamente, quello classico: elettrico o diesel o, meglio ancora, a vapore, magari con attaccati bei vagoncini d'epoca appena tirati a lustro da qualche gruppo di appassionati. Ma l'innamorato delle rotaie è un onnivoro, che non lascia niente. Gli piace camminare fra i binari dismessi, fare acrobazie in mountain bike sui vecchi tracciati delle ferrovie di una volta, indovinare tra un rovo e una ginestra i resti di quello che, un tempo lontano, era il percorso di qualche dimenticato trenino.
È un tipo strano, l'appassionato di treni. Nella vita "normale" non si distingue per nulla dagli altri umani: lavora, studia, si diverte e si annoia, proprio come tutti. Ma poi arrivano le occasioni di "migrare", come quelle offerte dalla "Giornata nazionale delle Ferrovie dimenticate", la cui terza edizione si svolge domenica 7 marzo. Da tutte le parti d'Italia (ma anche dall'estero: la specie "nidifica" soprattutto in Svizzera, Germania e Austria, paesi dalla lunga e appassionante storia ferroviaria) si precipita verso queste aree di sosta aperte una sola volta all'anno.
Volete mettere il fascino di un'escursione ai Ponti del Metauro, sulla tratta Fano-Fermignano-Urbino? Oppure un viaggio sul "Treno del tartufo marzuolo", che percorre la fantastica linea Siena-Asciano-Monte Antico, da anni rimessa in funzione da un gruppo di appassionati che meriterebbero il Nobel... della perseveranza?
Dalle Alpi alle Isole, le possibilità sono davvero molte. Di divertirsi, a piedi in bici in treno, ma anche di riflettere. Perché lo scopo di una manifestazione come questa - organizzata da Co.Mo.Do., confederazione di Associazioni che si occupano di mobilità alternativa - è anche quello di creare una diversa mentalità, meno schiava dell'automobile. E, soprattutto, di far toccare con mano le mille possibilità di recupero di piccole infrastrutture utilissime allo sviluppo di un modo diverso di fare turismo.
Per finire, un consiglio personale, da appassionato ad appassionati: della ferrovia toscana, davvero unica, si è già detto; chi può, non manchi, stavolta o in futuro, le fenomenali, selvagge, incantevoli ferrovie secondarie della Sardegna; o ancora, il simpatico Treno Blu, che da anni fa la spola tra Palazzolo e Paratico-Sarnico, sul Lago d'Iseo; e infine i trenini della Sila, per un vero salto indietro nel tempo.
Senza dimenticare - ma questo si può fare ogni giorno perché si tratta di una linea tuttora (fino a quando?) servita dalle Fs - la Sulmona-Roccaraso-Carpinone: sbuffanti automotrici diesel, paesaggi favolosi (la Maiella sullo sfondo), boschi e praterie. È il treno, bellezza!
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