mercoledì 13 agosto 2008

I sei treni più belli del mondo

TESTATA: La Stampa
DATA: 04/08/2008
AUTORE: Carlo Rossella

Il primo requisito di un buon treno è la pulizia. Il secondo è il candore delle lenzuola nelle cabine, che deve essere perfetto. Il terzo è la comodità del letto, che deve essere rigido per evitare di arrivare con un terribile mal di schiena. Quarto, il servizio alla partenza, a bordo e all’arrivo. Quinto, il cibo del ristorante. Sesto il panorama.
Nella mia esperienza, i grandi treni che presentano tutte queste qualità oggi non sono molti. In testa collocherei il grande espresso che va da Singapore a Bangkok: elegante, raffinato, costoso, frequentato da viaggiatori che usano pochi trolley e molte valigie di gran lusso - soprattutto Vuitton Vintage, molto usate anche dai loro avi. A bordo si può trovare cibo internazionale, ma anche raffinata cucina thai, con aglio soltanto a richiesta. Per i fumatori incalliti c’è una stanza riservata molto ben aerata, rivestita di radica, dalle comode poltrone rosse, dove camerieri in turbante servono un porto assai invecchiato. Per chi lo desidera, il butler, il servitore, è in grado di rimboccare perfettamente le coperte, come la mamma di Proust nella Recherche.
Secondo nella mia classifica è l’Orient Express, nel tratto che conosco da Londra a Venezia.
La compagnia Cunard, proprietaria del treno e di alberghi di lusso come il veneziano Cipriani, ha rimesso in auge le carrozze d’antan - velluti, broccato, damaschi, divani, puff, uno stile che sarebbe piaciuto a Agatha Christie e a Sherlock Holmes. Tutto è perfetto su questo treno: soprattutto il cibo, una raffinatissima cucina francese e internazionale, con vini sceltissimi e una raccolta di champagne che nemmeno a Parigi. Unico inconveniente, il troppo bere di alcuni viaggiatori che si addormentano a tavola col tran tran della ferrovia e devono essere svegliati per potergli permettere di raggiungere i loro scompartimenti senza russare ancora nel restaurant.
Al terzo posto metto una vecchia ferrovia della British India, lassù nel Darjeeling, con camerieri in guanti bianchi vestiti come ai tempi del raji, tè verde dal sapore unico e una cucina al curry davvero encomiabile. Il profumo del curry pervade il treno e si mescola con quello del vapore lasciando il delizioso ricordo di un voyage irripetibile.
Quarto, inevitabilmente, troneggia un trenino storico nella cultura della Mitteleuropa, lo Zermatt-Sankt Moritz, dalla Montagna incantata di Thomas Mann al Corviglia, esclusivo ritrovo del potere, del denaro e dell’aristocrazia. Le Alpi svizzere viste dai convogli rallegrano i turisti: d’estate alcuni vagoni sono scoperti come una grande spider e i viaggiatori, per vincere i pur minimi rigori, bevono dalle loro fiaschette acquaviti molto forti che fanno rosseggiare le guance già toccate dal sole delle grandi altitudini.
Il quinto posto va al lento convoglio che da New York porta a Miami e viceversa: fino agli anni Quaranta, prima che l’aereo prendesse del tutto il sopravvento, era il treno delle vacanze di ricchi e famosi, ma anche di pensionati che da New York ragiungevano il «Sunshine State». Chi non ricorda il divertente vagone di questa linea che ha fatto da sfondo a un film indimenticabile come A qualcuno piace caldo di Billy Wilder?
Tutto il resto dei treni selezionati dall’Independent merita un elogio: non li ho frequentati, ma li ho visti su un famoso libro fotografico, grande e costoso, dedicato ai più belli del mondo.
Fra tanti piaceri, resta la nostalgia di un treno ormai infrequentabile, la Transiberiana: quarant’anni fa vi si poteva ancora salire a bordo senza problemi, poi con il tempo, almeno nei convogli gestiti dalle ferrovie russe, la qualità è degradata a gran velocità. Ora mi dicono che anche la parte cinese è scesa molto di livello. Si parla di viaggiatori rapinati fra Omsk e Novo Sibirsk nelle notti di tormenta, quando la Transiberiana sembra percorrere una galleria di ghiaccio. Ma così va il mondo. A Est degli Urali.

Train journeys take longer now than 20 years ago - despite new trains and faster tracks

TESTATA: Daily Mail
DATA: 13/08/2008
AUTORE: Sophie Borland

Train journeys are taking longer than 20 years ago, according to new figures.
Despite faster trains and track improvements, passengers now have to allow five minutes more for a journey than they did in 1987.
It is thought that rail companies are tweaking their timetables to ensure that trains arrive on time and they are not fined for late arrivals.
The longest journeys are in London and the South-East, according to data compiled in the Thomas Cook European Timetables.
Reading to Paddington takes 31 minutes compared with 28 in the late 1980s. Southend to Fenchurch Street is five minutes slower lasting 54 minutes today.
There are also problems elsewhere in Britain - passengers now need to allow 62 minutes to get from Exeter to Bristol, six minutes more than 21 years ago.
Meanwhile the trip between Glasgow and Edinburgh is now two minutes longer than in 1987, lasting 50 minutes. A commuter train is classed as 'on time' if it arrives at its destination within five minutes of schedule. Longer distance services have slightly more leeway at 10 minutes. The current target for the industry is to ensure that 88.7 per cent of trains are running on time and recent figures show that 90.1 per cent of trains are inside this window.
Details of the longer services have emerged as passengers are preparing themselves for steep fare rises.Most routes will see increases of one per cent above inflation which would mean a rise of 5.4 per cent. Revelations of the longer journeys have been criticised by campaigners as "bizarre" given the fact faster trains were now in use.
A spokesman for London TravelWatch said: “Some increase in journey times may be justified by more passengers, thus longer stopping at stations. However, modern trains serving most London routes have better acceleration, which should offset this to some degree.” Norman Baker, the Liberal Democrats’ transport spokesman said: “At a time when we should be doing more to encourage more people onto the railways it is unacceptable that journey times are getting longer, especially when there is so much slack in the timetable,” he said. Network Rail denied altering targets to ensure bonuses were paid.
A spokesman said: “Compared to 20 years ago more trains are being run. When the industry was privatised in 1996, there were 17,000 services being run every day, now it is 22,000."